Il genio imprenditoriale e la visione
È il 1960 quando Alessandro Bianchi all’età di 26 anni, si innamora di questo Borgo Antico. In quegli anni i latifondisti vendevano la terra, perché l’agricoltura non dava una fonte di reddito certa. In pieno boom economico, sarebbe stato più avveduto investire in finanza o nell’industria, ma Alessandro Bianchi, sebbene venisse dall’industria meccanica OMFB fondata con i fratelli, dove era il genio creativo di tutti i pezzi prodotti, vedeva in Villa il luogo della realizzazione della passione di sempre: la vita a contatto con la Natura e il suo divenire. Criticato dai più, poco appoggiato in famiglia, se non dal padre che sosteneva che la terra non avrebbe mai tradito, portò comunque avanti con convinzione e passione la sua scelta, che il tempo dimostrò essere, una visione lungimirante.
A quel tempo la fisionomia dell’azienda era del tutto diversa da come si presenta oggi. Vigeva ancora la mezzadria, la produzione vinicola non andava oltre a quella della cantina originale del ‘500 ed accanto ad essa primeggiavano le coltivazioni di granoturco, frumento, mentre la produzione del latte era ridotta ai minimi termini a causa degli ambienti poco salubri in cui alloggiavano le mucche ormai malate. Peraltro, in quegli stessi anni, ripetute grandinate avevano danneggiato e messo in difficoltà l’economia dell’intero Borgo e di chi ci viveva. Sembra di parlare di secoli fa, ma in realtà questo era ciò che appariva a chi si avventurava nella frazione Villa “solo” sessant’anni fa: tetti sfondati e abitazioni dei contadini senza il minimo necessario per una vita dignitosa. L’unica parte integra del Borgo era l’abitazione padronale, residenza estiva dei Signori di città.